Oggi sulla piattaforma Rousseau alcune decine di migliaia di iscritti al M5 stelle voterà sul quesito se si possa procedere con il governo Draghi, oppure no. Questo, senza nulla sapere né del programma né della struttura del governo stesso, ma sapendo solo che Mario Draghi è stato incaricato dal Presidente della Repubblica a formarlo, nella congiuntura di una crisi drammatica. Per questa gente, questa è la “democrazia diretta”, ne fanno un vanto, noi sì che siamo democratici, e con questa gente il PD reclama alleanza organica e quasi fusione. Zingaretti, prendi coscienza?
Per dirla in breve, qualche decina di migliaia di italiani “iscritti” deciderà del destino dell’Italia. Naturalmente si sa che il gruppo dirigente, nella sua maggioranza, spinge per il sì che assai probabilmente prevarrà, ma la questione è di principio. Quando si dice che il Movimento 5 stelle ha inquinato la democrazia, ecco l’esempio più patente: giù il Parlamento, che peraltro l’avvocato del popolo Giuseppe Conte aveva provveduto a chiudere, giù le trattative tra le forze politiche e sindacali, giù tutto ciò che forma la rappresentanza democratica, giù le culture politiche, qualche migliaio di individui ha nelle sue mani il destino dell’Italia.
Eppure, dicevo, si tarda a capire quale devastazione il Movimento abbia prodotto nella cultura politica italiano e nella sua carne viva. Chi sa, forse il governo Draghi, con le cose che farà, proprio con la cultura che metterà in campo, ci aiuterà a liberarci da questo cancro che in questi anni sta divorando lo spirito pubblico. Forse quello che resta della sinistra italiana, il cui ultimo grido era “Avanti con Conte”, sarà spinta ad uscire dal vicolo cieco in cui il suo gruppo dirigente l’ ha rinchiusa. Chi sa. Attendiamo. Intanto impegnamoci, ognuno per quel poco che può fare, a mantener vivo lo spirito critico, abbiamo toccato un fondo. Da esso bisogna uscire.
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