Quando chi è interessato alla filosofia, alla letteratura di lingua tedesca, alla musica si rivolge alla Germania, gli viene in mente una sfilza di nomi che hanno dominato e dato carattere alla cultura del continente europeo. Eccoli, un pò mescolati con qualche austro-boemo: Kant, Hegel, Fichte, Schelling, Rilke, Husserl, Marx, Nietzsche, Heidegger, Arendt, Benjamin, Adorno, Schmitt, Musil, Mann, Kafka praghese che scriveva in tedesco, Beethoven, Mahler….Sono alcuni dei nomi che hanno deciso, nei loro campi, i caratteri prevalenti e anche il destino della cultura del nostro continente, mescolandosi, in forme anche opposte, alla sua storia concreta. Quello che li tiene insieme, quasi tutti, è la loro capacità di toccare, nei vari campi praticati, il fondo della Vita, la radice dell’Esistenza e della Storia, con le idee oppure con le note della musica. Con una radicalità che non mi pare si ritrovi l’uguale altrove, nell’Europa moderna.
Poi si gira pagina e si pensa, sempre in Germania, a Rosenberg, Hitler, Goebbels, Himmler, Eichmann-Auschwitz, Buchenwald, allo sterminio degli ebrei e a tanto altro di ugualmente orribile. E ci si chiede come sia possibile questo tragico mescolarsi delle cose.
E’ come se la Germania -nelle idee che ha prodotto, mutando il destino di Europa, toccando dappertutto il fondo ultimo della Vita- sia stata condotta fino agli estremi più tragici di tutto ciò che è, sia nell’arricchimento della Vita del mondo che quelle idee operano, sia nella produzione distruttiva di quella volontà di potenza, che pure è Vita, ma che permette di annientare tutto. E’ la radice dell’umanità che è oscura, idee e mondo, vita e morte si mescolano in dosi imprevedibili. Il pensiero e la politica in Germania non si sono fermati di fronte a nulla, ora nell’arricchire questa radice analizzandola fino all’ultima sua origine, ora nel distruggerla senza pietas. Un popolo stracarico di metafisica non ha trovato gli argini giusti.
Ma la Germania resta uno dei cuori dell’Europa. Mi è capitato spesso di citare Ovidio che si rivolgeva al suo amore ideale: né con te né senza di te posso vivere. E lo ricordo pensando alla Germania nell’Europa di oggi, tutti che guardano lì, verso di essa, dove gli opposti convivono. Ma senza Germania non c’è Europa. Perciò ci volgiamo oggi con attenzione anche critica, ma viva, verso di lei.