L’Unione europea ha sospeso il patto di stabilità, ma, in sua mancanza, esso si è subito “ristabilito” come dice questo titolo, preso di peso da Paolo Guzzanti. Esclusi i medici e gli infermieri che lavorano negli ospedali con scarsa protezione, oggi quasi tutto si muove all’interno di quel patto: l’omertà complice tra giornalisti e politici intervistati; l’informazione confusa, celebrativa e insopportabile, i talkshow di ogni risma e canale; i modi in cui ci vengono trasmesse le notizie sulle percentuali relative al virus, che fidano sulla stupidità di chi ascolta; il buonismo dell’andrà tutto bene, del siamo bravi e buoni, cantiamo inni, imbandieriamo città, siamo un modello per tutti, da tutti invidiati, saremo insieme al sole, siamo dalla parte della storia, parole parole, sembra che siamo a una festa tanto più grande quanto più imprevista; e tra le parole emerge, come sempre, la comunicazione del Presidente di tutti i Consigli, imbarazzante, avvilente, in un momento in cui la sobrietà, il controllo dovrebbero essere la regola. Sobrietà, uno pensa allo splendido messaggio della regina di Inghilterra; serietà, uno pensa alla Merkel che governa, con poche parole e molti fatti, un paese dove il controllo iniziale dei contagiati fuori dagli ospedali ha finora ridotto al minimo la mortalità. Modello Germania, bisognerebbe dire, noi, invece, dovevamo copiare la Cina, in una confusione di poteri millantatori. Nessun discorso di verità, tutto sommerso in una retorica che mobilita gli spiriti peggiori della nostra società.
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